episodi del Nuovo Testamento e Santi
Misure: 250 (l) 125 (a) (cm)
Datazione: sec. XV 1433 / 1448
Cattedrale di Santa Maria Assunta
Teramo (TE)
Nicola da Guardiagrele 1385 ca./1459 ca.
Il paliotto è formato da 83 riquadri di varie dimensioni distribuiti su quattro registri: 35 lamine a cesello e rimbalzo; 22 tessere con pitture a smalto traslucido su fondo blu; 26 triangolini con motivi floreali smaltati. In totale sono 209 figure e 21 iscrizioni, corrispondenti ad altrettante scene. Il tema della narrazione è la vita di Gesù, dall'Annunciazione alla Pentecoste. L'ultimo riquadro invece mostra l'episodio delle stimmate di S. Francesco. La formella centrale, doppia in altezza rispetto alle altre, reca il Cristo redentore in rilievo ed è affiancata, nelle file verticali, dagli evangelisti e dai dottori della chiesa. L'intera composizione è racchiusa in una cornice d'argento del 1734.
Alcuni storici considerano il Gallucci il fondatore della scuola di oreficeria guardiese, ma sappiamo che essa doveva esistere prima del Mille; egli quindi ne fu il rappresentante più insigne. Fu maestro di cesello, scalpello, di smalto e niello, di cesello a rimbalzo. Forse per un periodo fu a Roma e certamente si recò a Firenze e tale sosta fu senz'altro fondamentale per la sua maturazione artistica. Alcuni suoi bibliografi (Ferrari, 1903) lo vogliono come frequentatore della bottega del Ghiberti che in quel periodo (1403-5) era impegnato nella porta del battistero di S. Giovanni; gli stessi lo ritengono anche suo collaboratore attivo. Tuttavia nei commentari dell'epoca non appare che il Gallucci abbia collaborato all'esecuzione delle porte e non risulta neanche fra coloro che frequentavano la bottega fiorentina. Ma la dipendenza dal grande toscano è evidentissima nel paliotto sia per la composizione sia per la resa plastica delle figure. Nel paliotto il Gallucci si rivela un grande artista, dato che riesce ad unire al bello l'espressione drammatica. Il redentore ha il piviale smaltato azzurro con stelle d'oro, il fermaglio smaltato con fiori bianchi e la veste smaltata rosa; è questo un lavoro difficilissimo e meraviglioso per la realizzazione tecnica, il volto del cristo esprime al contempo divinità, gloria e morte. Nella Vergine, l'amore e la grazia rispondono in modo perfetto al modello ghibertiano. La drammatica, affollata deposizione, si apre ad un realismo idealizzato che rimanda a Masaccio (Ferrari, 1903). La distribuzione degli scomparti su quattro registri, denota la costante ricerca del Gallucci di soluzioni tecniche tese a risolvere a tutto tondo, a sbalzo oppure ad altorilievo, i molteplici problemi di copertura della tavola.