Alba Fucens
Archaeological site of Alba Fucens
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Nel cuore dell'Abruzzo, sulle sponde del lago Fucino, al confine con il territorio dei Marsi, nel 303 a.C. venne fondata la colonia romana di Alba Fucens. Poche sono le testimonianze di epoca preistorica rinvenute nel territorio inizialmente abitato dagli Equi, mentre notevoli sono i reperti collocabili cronologicamente in epoca romana. La città combattè al fianco di Roma durante la guerra Sociale, e per questo fu invisa agli italici. Gli scavi archeologici condotti dalla scuola Belga mostrano una città tipica del periodo imperiale mentre ulteriori scavi effettuati sotto il livello imperiale, hanno documentato fasi edilizie di età precedente riferibile soprattutto all'età di Silla. Sappiamo dalle fonti di attività volte alla bonifica del lago o dell'intervento dei notabili del posto nella costruzione di edifici sacri e nella suddivisione del terreno in lotti uguali (centuriazione). Gli scavi condotti negli ultimi anni hanno consentito di portare alla luce un'ingente quantità di informazioni utili alla ricostruzione della topografia del sito e della struttura sociale ed economica del centro. L'impianto originario risale alla fine del IV secolo a.C. quando vengono innalzati i muri di terrazzamento in opera poligonale, la prima cinta muraria, il foro, il comitium. Tra il II e il I secolo a.C. si verifica la seconda fase urbanistica, durante la quale vengono eretti il teatro e l'acquedotto. All'età giulio-claudia appartengono l'anfiteatro, le terme e i templi. Della città si conservano le poderose mura di fortificazione, con un tracciato irregolare che segue il declivio del colle, il paramento è in opera poligonale con blocchi ben squadrati. La datazione precede la deduzione della colonia. Nel corso degli anni si susseguono interventi di restauro e di ripristino sulla struttura primordiale. All'altezza di un grande terrazzamento tardo repubblicano si erge la porta settentrionale, detta porta Fellonica: ha un'apertura di 4 m fiancheggiata da muri che si aprono verso l'interno con bastione quadrangolare, sulle cui pareti sono visibili scanalature verticali che permettono lo scorrimento di saracinesche di chiusura, con andamento dall'alto verso il basso. Sul bastione è possibile ancora vedere simboli fallici con funzione antropopaica. La porta occidentale, porta Massima, consentiva l'accesso in città dalla via Valeria, ingresso principale, è larga 10 m e suddivisa in due da un pilastro centrale, il bastione triangolare venne rinforzato da una torre circolare La porta meridionale, più tarda delle altre è caratterizzata dalla presenza di un bastione a pianta quadrata, in opera poligonale e riempimento in opera cementizia. Da quest'ultima si aveva l'accesso all'anfiteatro. La quarta, posta ad oriente, denominata porta di Massa, è priva di torre o bastione è protetta da una sporgenza del muro L'assetto urbanistico della città albense è tipicamente romano, gli assi viari (decumani e cardini) s'incrociano formando una scacchiera regolare. La via principale, cioè la Valeria o nota come via del miliario, percorre l'asse centrale del pianoro per tutta la sua lunghezza. La parte centrale della vallata è occupata dal settore pubblico: il comizio, il foro, la basilica, il macellum, le terme, il santuario di Ercole. Ai margini si ergono il teatro e l'anfiteatro. Il foro, di forma rettangolare, è circondato da edifici a pianta spesso irregolare, conserva i caratteri del foro primitivo. La piazza risulta di facile accesso inquadrata dagli assi principali della città e nessun santuario ne altera la funzione amministrativa e politica. La pavimentazione è in lastre poligonali e conserva, nella parte inferiore, quella originaria a lastre rettangolari. A nord è posto il comizio, realizzato in opus incertum, ed è il più antico monumento della città databile molto probabilmente al III secolo a.C. E' un edificio circolare inscritto in un quadrato, con la porta assiale, secondo un modello di derivazione dalla Magna Grecia. Sul lato opposto c'era un portico con un triplice colonnato di età tardo repubblicana. A sud del portico sorgeva la basilica con impianto rettangolare (53,10 x 23,35 m.) suddivisa in navate, con tre ingressi sul lato principale. All'interno sono visibili i pavimenti in opera signina e pitture parietali di prima maniera, databili al II-I secolo a.C. Visibile è anche la pianta delle tabernae aperte sulla via principale, sono concepite tutte secondo lo stesso modello e sono addossate al muro di terrazzamento e composto da due o tre camere separate da muri recenti. Più a Sud, tra il I e il II secolo d.C. furono edificate le terme, documentate da una serie di iscrizioni che attestano diversi interventi edilizi. In tutto l'edificio termale sono presenti vasche semicircolari rivestite di marmo, tipici sono i pavimenti a suspensurae (pavimenti sospesi su pilastri di mattoni in modo da creare un'intercapedine per il passaggio dell'area). L'ingresso conserva un pavimento mosaicato con iscrizione menzionante un restauro databile probabilmente I-II secolo d.C. Uno degli edifici più importanti della città è il santuario di Ercole, composto da un doppio portico ed una piccola sala rettangolare. Immensa area porticata (83 x 36 m.) conclusa a nord da un sacello che s'inserisce nel complesso delle terme, ha pavimento lastricato e colonne in mattoni che presentano stuccature. Il sacello (14.25x5) risalta sulla monumentalità dei portici, ed è costruito in opus incertum e il pavimento presenta mosaici bianchi. Sul fondo c'era un baldacchino sul quale posava, molto probabilmente, la grandiosa statua in marmo greco di "Herakles epitrapezios", cioè l'Ercole a banchetto, oggi conservato nel Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo (Chieti), alcune parti del quale dovevano essere completate in bronzo o in stucco. Su via del miliario, proprio di fronte la gradinata del santuario, sorge un complesso monumentale interessante, forse una domus che presenta tutte le caratteristiche di una residenza signorile del I secolo a.C., a cui si accede nell'atrio per mezzo di alcuni gradini. L'atrio è preceduto da piccole celle laterali e danno accesso al tablino che a sua volta mette in comunicazione con il giardino posteriore. Tutte le stanze presentano pavimenti mosaicati e pareti affrescate in stile imperiale. A est del santuario di Ercole sul colle Pettorino, sorgeva il teatro, datato I secolo a.C. e oggi non più visibile: la scena e l'orchestra si erigevano su un terrazzo. La scena, si presenta con struttura rettangolare suddivisa in due parti, e conferiva dinamicità alla struttura. La cavea semicircolare era ricavata dalle pendici del colle mentre le pareti laterali erano realizzate in opera poligonale e in opera reticolata. Sulla via dei pilastri nei pressi del bivio con il teatro vi è una vasca-fontana composta dall'assemblaggio di quattro blocchi di pietra locale. Le giunture rese impermeabili per mezzo del piombo, di cui restano visibili tracce. L'anfiteatro, di forma ovale (96 x 76 m.) in gran parte scavato nella roccia, è orientato secondo la viabilità cittadina. Costruito in opera poligonale e quadrata negli spigoli, presenta le gradinate e le scale d'accesso in grossi conci di pietra squadrata come anche gli alti parapetti. L'edificio conserva un cunicolo sotto la gradinata destra, verso il colle San Pietro, che veniva usata dal personale di servizio; sulla facciata esterna dell'ingresso vi è un'iscrizione doppia che spiega che venne realizzato con un lascito testamentario. All'interno vi si svolgevano spettacoli di gladiatori, documentati da numerose iscrizioni. Sul colle che sovrasta l'anfiteatro c'è un ampia terrazza in opera incerta che serviva, con ogni probabilità, a sorreggere il tempio costruito sul colle stesso. L'antico tempio pagano dedicato ad Apollo risale al momento della creazione della colonia o negli anni immediatamente successivi. La tipologia è tipica italica: doppia cella su alto podio rettangolare in opera poligonale, preceduto da due colonne tra i muri perimetrali. Venne ingrandito nel corso del II secolo d.C., con la creazione di un prostilio (area antistante la cella) preceduto da 3 o 4 colonne sulla facciata. Già dal VI secolo l'impianto templare venne adattato a culto cristiano; ancora oggi possiamo visitare la chiesa romanica dedicata a San Pietro. A circa 1500 m a nord-est della città sono visibili resti di un monumento in opera poligonale: si tratta di un sifone di acquedotto da cui aveva inizio la condotta forzata destinata a far pervenire l'acqua alla città. A nord-est dove sono le sorgenti, sono visibili resti in opera incerta dell'acquedotto, databile tra la fine del II secolo a.C. e restaurato, come attesta un'iscrizione, alla fine del I secolo a.C. La lettura delle fonti e i materiali posti alla luce nel corso degli anni evidenziano il ruolo notevole rivestito dalla città-fortezza. La vicinanza con l'Urbe, il suo forte influsso culturale sono evidenti nella produzione artistica: la ceramica rinvenuta è di ottima qualità e la produzione scultorea è di valida esecuzione artistica. Meritano di essere segnalate le testimonianze conservate nel museo di Chieti: spiccano soprattutto i ritratti, come quello detto "pseudo-Silla", il ritratto di giovinetto, la Venere Anadiomene, ecc.
The site of Alba Fucens is one of the most important archaeological evidences in the Abruzzi.
Built on the Via Valeria, which led from the Fucino basin to Rome, the town was provided with a right-angled road system when it was founded between the end of the IV and the beginning of the III century B.C.
The excavations, started in 1949, have brought to light the calcareous defenses, the four entrance gates of the town, the forum, the basilica, the macellum, the laconicum, a temple dedicated to Hercules, the theater and the amphitheater.
On the main road, called "Road of the Elephant" because of a few marble decorative heads of elephants found there, there are remains of the columnated porch of the forum, of the basilica and of the macellum, the square building of the town market.
In the South-east area there are remains of a bath-structure, of which the archaeologists have recognized the laconium, a room located before the steam baths, and a temple consecrated to Hercules; here they discovered a huge statue of the eponymous god, dated to the first half of the I century B.C. and today kept in Chieti.
On the so called "Road of Pillars" a few tabernae lie, along with the theater; the "Milestone Road" leads westward to a Roman domus, to the amphitheater and to the Romanic Saint Peter's church, built upon the ruins of a pagan temple dedicated to Apollo and Diana.