Pittura medievale - Affreschi chiesa di Santa Maria di Ronzano
Teramo
Comune: Castel Castagna
Frazione: Ronzano
Provincia: TE
Nella chiesa di Santa Maria di Ronzano, a Castel Castagna (Te) sono conservati degli interessanti affreschi del XII e del XIII secolo disposti lungo le pareti dell'abside maggiore e dei bracci del transetto. Il ciclo narra gli eventi salienti della storia sacra senza seguire l'esatto ordine cronologico, ma sempre con l'intento di sottolineare l'azione salvifica della venuta di Cristo e il ruolo di mediazione svolto dalla Madonna. La narrazione inizia nella parete destra del transetto dove su due registri sono narrate la Creazione del Mondo, il Peccato Originale, il Rimprovero e il Castigo di Adamo ed Eva, l'Annuncio ad Anna (a Sant'Elisabetta secondo il Matthiae), e Gioacchino tra i pastori; nel registro inferiore troviamo la Presentazione di Maria al Tempio (?), lo Sposalizio di Maria e la Presentazione al Tempio di Gesù. Nel catino absidale è raffigurato Cristo Benedicente entro una mandorla sorretta da Angeli, mentre suddivisi su tre registri troviamo, ai lati della monofora, l'Angelo Annunciante e Maria fiancheggiati da una teoria di Apostoli; nella fascia mediana la Visita a Elisabetta, la Natività, la Fuga in Egitto e la Strage degli Innocenti; nel registro inferiore l'Arresto di Cristo, Cristo davanti a Pilato, la Flagellazione, la Crocifissione, la Richiesta del corpo di Cristo (?), la Deposizione, le donne piangenti. Chiude la narrazione neotestamentaria una fascia decorata con un motivo a velari. Nella testata sinistra del transetto si conservano parte del Giudizio universale, le figure di S. Michele e S. Pietro presso la porta del Paradiso e i Patriarchi che stringono in grembo le anime degli eletti. Ad eccezione degli affreschi del transetto sinistro, che come vedremo fanno parte di una fase decorativa più tarda, il ciclo di Ronzano è databile con sicurezza al XII secolo, grazie ad un'iscrizione che oltre a indicare il committente dell'opera, ricorda l'anno di esecuzione; purtroppo è molto danneggiata e alcuni studiosi, seguendo la trascrizione che ne fece il Piccirilli, vi leggono 1171, altri, seguendo le indicazioni del Bertaux, il 1181. La raffigurazione in un unico ciclo di episodi del vecchio e del nuovo testamento rientra nell'ambito della cultura figurativa cristiana più tradizionale; fin dall'epoca paleocristiana a dimostrazione della continuità tra il testo sacro ebraico e i vangeli, si leggeva l'uno come prefigurazione dell'altro, la venuta di Cristo come compimento di quanto annunciato nella Bibbia. Il ciclo di Ronzano riflette pienamente tale modalità di lettura: il peccato simboleggiato da Adamo trova riscatto in Cristo, la cui storia culmina nella raffigurazione della sua Maestà al centro del catino absidale. Del tutto originale è invece la caratterizzazione mariologica del ciclo: ampio spazio è dedicato agli episodi dell'infanzia di Maria, inoltre in stretta relazione con in Cristo in Maestà è posta l'Annunciazione, il primo atto della storia della salvezza, dipinta ai lati dalla monofora in un chiaro parallelismo tra luce e redenzione; la teoria degli Apostoli posta accanto alla figura di Maria e la presenza di una torre connotano ulteriormente la Madonna come personificazione della Ecclesia. Il Bologna legge nel ciclo di Ronzano anche i riferimenti alla teoria dottrinale dell’ "Immacolata Concezione", promulgata dalla chiesa d'Oriente e diffusa in Occidente dapprima solo nel nord Europa; il ciclo di Ronzano segnerebbe proprio il momento di recezione anche nel nostro territorio di tale interpretazione dottrinale. Lo studioso (Bologna, 1983) ha inoltre individuato nella iconografia delle scene mariologiche dei confronti stringenti con il protovangelo di Giacomo, testo redatto in Siria nel II secolo d. C. ricco di notizie riguardanti l'infanzia della Vergine e di Cristo; in tal caso saremmo difronte al primo esempio in scala monumentale della raffigurazione di questo protovangelo in Europa. In alcune scene inoltre il pittore utilizza delle soluzioni iconografiche fortemente evocative, per le quali è possibile trovare modelli di riferimento nell'Europa del nord, come ad esempio nella Creazione del Mondo o nella presentazione di Gesù al Tempio. Nella scena della Creazione, Dio è raffigurato dinanzi ad una sfera suddivisa simbolicamente in cielo, terra, acqua, piante e animali in aspetto di Cristo, con i segni della crocifissione alle mani e ai piedi e il nimbo crociato; una soluzione che vedremo riproporre anche in altri importanti cicli, come quello di Fossa (Aq) e di Bominaco (Aq). Nella presentazione di Cristo al Tempio, la semplice presenza del calice dipinto sull'altare diviene immediata prefigurazione del sacrificio eucaristico. In generale nella narrazione degli episodi della vita di Gesù si rinuncia ad una descrizione particolareggiata a favore di una "riduzione agli elementi essenziali" (Matthiae). Unica eccezione è forse costituita dal riquadro raffigurante delle donne dolenti, posto sotto la Strage degli innocenti e accanto alla Deposizione di Cristo al sepolcro: le donne raffigurate con i capelli sciolti in simbolo di lutto sono da alcuni viste come le madri cui vengono sottratti i bambini della strage, completamento di quanto già raffigurato nel registro superiore; in maniera del tutto originale la scena è accostata alla Deposizione, forse nell'intento di ricollegare il dolore delle madri per la perdita dei propri figli, al dolore che si rinnova per la morte di Cristo. C'è anche chi propone di leggere i gesti e i movimenti delle donne non come elementi di disperazione, ma di gioia per la Resurrezione del Cristo, che in effetti non viene altrimenti raffigurata nel ciclo; in tal caso sarebbe del tutto coerente la diposizione del riquadro subito dopo la Deposizione. Stilisticamente nel ciclo di Ronzano possiamo riconoscere l'attività di un'unica bottega all'interno della quale è possibile distinguere la mano di diversi pittori guidati da due principali personalità: un maestro guida la realizzazione degli affreschi dell'abside, l'altro lavora nel transetto destro a partire dalle storie della Genesi (Bologna ). Già il Bertaux individua nel ciclo di Ronzano l'opera di maestranze estranee alla realtà locale, ritenendole provenienze d'oltralpe, in particolare francesi; il Matthiae riprende questa interpretazione spostando però la provenienza all'area tedesca e indicando una serie di possibili confronti tra il ciclo di Ronzano e la produzione di quel territorio. Il Bologna completa il quadro suggerendo, oltre i riferimenti con il portale delle Re della cattedrale di Chartres e con l'ambone di Klosterneuburg in Austria, un ulteriore confronto con la Spagna, in particolare con un antepedium del XII secolo proveniente dalla Catalogna. Il ciclo di Ronzano quindi si pone con originalità all'interno del panorama pittorico abruzzese, frutto di esperienze maturate oltralpe che rinnovano la pittura della nostra regione informata fino al XII secolo sulla tradizione figurativa benedettina e bizantineggiante. Un bottega ben diversa esegue nel corso del XIII secolo gli affreschi del transetto decorato con il Giudizio universale, a sostituzione della più antica raffigurazione coerente con il ciclo esaminato, andata probabilmente perduta a seguito del devastante incendio che intorno al 1280 danneggiò la chiesa e le sue decorazioni; abbastanza insolita è per il giudizio la raffigurazione nel transetto anzichè nella parete di controfacciata, per il resto il ciclo riflette un substrato culturale riferibile pienamente ad una bottega locale e inseribile nel quadro della pittura tardo duecentesca abruzzese.