San Franco da Assergi - L'eremita del Gran Sasso
Santo eremitaSAN FRANCO d’ASSERGI -L’eremita del Gran Sasso
(1154-1159–5 giugno 1220 o 1230?)
Santo eremita
San Franco nacque a Roio tra il 1154 e il 1159, nella diocesi di Forcona, poi trasferita all’Aquila, sotto il pontificato di Adriano IV. La sua era una famiglia di contadini benestanti. Iniziò i suoi studi sotto la guida di un sacerdote del paese, Palmerio. Entrò poi nel monastero benedettino di San Giovanni di Collimento di Lucoli, costruito dal conte Odorisio nel 1077. Qui rimase venti anni, dopo i quali si allontanò per vivere da eremita, alla ricerca dell’equilibrio perfetto dell’animo nella solitudine e nella natura. Inizialmente visse nei boschi di Lucoli, poi girovagò a lungo nelle montagne circostanti, Si stabilì quindi sulle pendici del Monte San Franco, in una zona chiamata “Il Vasto”, e qui - dove ora c’è la piccola cappella dell’acqua miracolosa, nota anche come L’acqua di San Franco - si costruì una capanna di pietra, proprio come nella tradizione dei pastori. Ma era un via vai di pellegrini e Franco desiderando un luogo più consono al suo modo di essere e di vivere la spiritualità, si ritirò in una grotta più in alto (Grotta dei Peschioli), cui, dice una leggenda, sarebbe stato guidato da un’orsa con i suoi tre orsacchiotti. Poi decise di ritirarsi in un antro a una maggiore altitudine, sul Monte Cefalone.
Secondo il racconto popolare numerosi miracoli furono compiuti dal Santo, tutti per lo più collegabili al semplice mondo dei pastori e alla vita in montagna. Storie che parlano di montoni resuscitati, lupi ammansiti, acqua sorgiva scaturita improvvisamente dalla roccia, salvataggi da frane, slavine, bufere di neve, caduta di alberi. Si dice che ad Assergi salvò un bambino in fasce dalla bocca di un lupo che lo aveva rapito, convincendolo a restituirlo alla madre. Proprio da questo racconto nasce la più nota rappresentazione iconografica di San Franco che lo vuole accanto a un lupo che stringe un bambino tra le fauci. Molto suggestivo il racconto degli ultimi istanti della sua vita: quando l'eremita sentì avvicinarsi la fine volle ricevere gli ultimi sacramenti e poi fu lasciato solo nella grotta con le braccia incrociate sul petto. Era la notte fra il 4 e il 5 giugno di un anno imprecisato tra il 1220 e il 1230 e gli abitanti di Assergi furono svegliati dalle campane di S. Maria in Silice che iniziarono a suonare da sole molto prima dell'ora consueta e dai galli che iniziarono a cantare. Immaginarono il motivo e guardando in direzione della grotta la videro stranamente illuminata. Si recarono presso la grotta e trovarono Franco inanime. Con grande venerazione portarono il suo corpo giù in paese e lo seppellirono nella cripta della chiesa del monastero di Santa Maria in Silice, che divenne da subito meta di pellegrinaggi. Fu per questo che su questo primitivo edificio ad una sola navata venne nel tempo edificata un’altra chiesa di maggiori dimensioni e a tre navate, Santa Maria Assunta. Franco divenne Santo abbastanza celermente perché un calendario manoscritto dai monaci di Assergi risalente ai primi anni del Trecento, già riportava l’indicazione di una festa liturgica in suo onore. Tra il 1480 e il 1481 le sue reliquie furono traslate in una preziosa urna d’argento, opera del maestro orafo Giacomo di Paolo da Sulmona, rimasta incompiuta a causa della morte dell'artista sopravvenuta nel 1481. Nel 1757 il vescovo dell'Aquila, Sabatini, fu autorizzato dalla S.Congregazione dei Riti ad estendere a tutta la diocesi la festa liturgica di San Franco che cade il 5 giugno, data della sua morte. La devozione nei suoi confronti si diffuse rapidamente nei paesi dell’aquilano e del teramano. Il nome di San Franco è legato ad Assergi, dove visse e di cui è Patrono, ma anche a Roio Piano dove nacque e dov’è ancora la sua casa natale (in condizione di abbandono), a Lucoli, perché nel monastero di San Giovanni di Collimento restò 20 anni, ad Arischia dove si trova “L’Acqua di San Franco”, a Ortolano (che è una frazione di Campotosto) dove si trova una chiesa a lui dedicata, a Forca di Valle, frazione di Isola del Gran Sasso, nel teramano, dov’è festeggiato come Santo Patrono. E’ festeggiato il 5 giugno, giorno della sua morte, ma durante i mesi estivi sono numerosi i pellegrinaggi e le escursioni ai luoghi legati alla sua esistenza, in particolare all’Acqua di San Franco e, per i più esperti, alla Grotta del Cefalone.