Antinum
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Antinum, uno dei principali centri dei Marsi, sorgeva lungo la Valle del fiume Liri, al confine con il territorio dei Volsci. Che fosse un centro dei Marsi e non dei Volsci, come è stato proposto da alcuni studiosi, è testimoniato dalle iscrizioni in cui compare come Marsi Antinum. Fu un municipio romano. La moderna Civita di Antino ha conservato il nome e il sito del centro antico. Sono visibili ancora ampi tratti delle mura poligonali, che proteggevano l'abitato su tutti i lati, escluso quello orientale, naturalmente difeso da profondi burroni. Il tratto più conservato è il lato nord-ovest, dove alcune muraglie raggiungono ancora i sei metri di altezza. Sono mura in opera poligonale piuttosto rozza, catalogabile come "seconda maniera" e databile probabilmente entro la prima metà del V secolo a.C. Notevoli sono alcune parti della cinta muraria del lato sud, dove le mura discendono ripidamente fino a una valletta, in fondo alla quale era una porta coincidente con la principale via di accesso, che poi si prolungava all'interno della città dividendola in due. L'acropoli probabilmente era ubicata dove è ora la torre Colonna e divenne la cittadella nel periodo medioevale. Il Foro, dal quale provengono alcune iscrizioni di carattere pubblico, era localizzato probabilmente nella piazza della Chiesa di Santo Stefano, ancora oggi centro del paese. Unici resti antichi conservati all'interno del sito sono due muri paralleli in reticolato irregolare, di Età tardo-repubblicana, chiamati le Terme dagli abitanti del luogo. L'iscrizione di Angitia, che è conservata nella piazza della Chiesa di Santo Stefano, proviene dalla località Condotto, dove è una fonte ancora utilizzata. Più vicino all'abitato, presso la fontana del paese, troviamo un'iscrizione incisa su una rupe, di carattere funerario. Importante è la scoperta di una lamina di bronzo scritta in un dialetto italico con dedica alla dea Veruna (Bronzo di Antino). Si tratta di una divinità tipicamente umbra, che appare nelle tavole Iguvine, la cui presenza in territorio marso conferma gli stretti rapporti di questa popolazione con quella italica più settentrionale