Marruvium
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Il municipio romano di Marruvium sorgeva sulla riva orientale del lago Fucino, nel sito dell'attuale abitato di San Benedetto dei Marsi che si è sovrapposto ad esso dopo il terremoto del 1915. Non abbiamo notizie della storia della città anteriormente al periodo tardo-repubblicano ma le fonti antiche lo ricordano come il più importante centro del popolo marso. Resti di sepolcreti dell'età del ferro attestano l'occupazione della zona fin da età antica. Il momento di maggiore crescita di questo primo nucleo va collocato nell'ambito del II secolo a.C. come documentano i dati archeologici. Di notevole valore artistico sono i resti di una serie di edifici privati tra cui la domus di via Vittorio Veneto che dovette appartenere ad un esponente dell'aristocrazia locale di grande rilievo. L'urbanizzazione raggiunse il suo apice nella prima metà del I secolo d.C. con la programmazione di vie e infrastrutture idriche. E' questo il momento della monumentalizzazione della città, con la costruzione di edifici pubblici, teatro, anfiteatro, basilica, tempio dell'area forense, decorati da splendidi motivi architettonici, epigrafi e statue che si riferiscono ai legami con la famiglia imperiale. Un successivo momento di sviluppo edilizio avviene in età Flavia (69-98 d.C.). Alla metà del II secolo d.C. è da collegare la costruzione di un complesso termale del quale faceva parte un bagno riservato alle donne (balneum muliehre). Sicuramente la vitalità della comunità durò a lungo se ancora un secolo dopo veniva definita "splendidissima civitas". Della città antica sono visibili solo pochi resti: tratti delle mura di fortificazione in opera quasi reticolata, risalenti al periodo di fondazione del municipio, resti di edifici termali, l'anfiteatro (diametro maggiore 95 m mentre quello minore pari a 75 m) e parti della domus di via Vittorio Veneto. Quest'ultima ha tutte le caratteristiche di un'abitazione gentilizia di vaste proporzioni e mostra di aver avuto una continuità d'uso dalla fine del II secolo a.C. sino al IV secolo d.C. Ad una prima fase costruttiva, di fine II secolo a.C., risale l'apparato musivo costituito da mosaici a motivi geometrici in bianco-nero databili fra l'epoca cesariana e l'epoca augustea, malgrado il perdurare di motivi tradizionali già in uso in età sillana. La domus, attualmente a vista, si caratterizza soprattutto per l'apparato decorativo di indubbio pregio e di raffinata fattura, studiato e realizzato con estrema cura in ogni minimo dettaglio. Purtroppo, ancora oggi, non è stato indagato l'ingresso della casa, che s'immaginare avere un pavimento musivo di pregio adeguato all'apparato decorativo generale. La soglia d'ingresso rappresenta sicuramente l'elemento decorativo più interessante dell'edificio e consiste nella raffigurazione musiva di un edificio porticato con arcate chiuse da cancellate; sopra il portico corre un fregio con triglifi su cui impostano una serie di timpani con merli. Insieme ad altri edifici individuati in questo settore della città, caratterizzati dall'uso dell'opera incerta in associazione con tassellati (bianchi e neri o bianchi con l'inclusione di tessere colorate), dalla coerenza nell'orientamento e dall'adozione di apparati decorativi in uso nell'urbs, sembra ben inserirsi in un piano urbanistico che doveva essere già in piena fase di attuazione, dimostrando il precoce e autonomo recepimento di modelli adottati nella vicina colonia latina di Alba Fucens e trasmessi nell'ambiti dei rapporti tra le aristocrazie marsa e romana. Dal teatro, scoperto nel '700 ed oggi identificato con molta probabilità nella zona a sud dell'abitato, provengono alcune statue poi trasportate alla reggia di Caserta.