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Celestino V

Papa, Santo Eremita

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Celestino V

1215-1296

Papa, Santo eremita

La sacralità immemorabile delle rocce, delle acque e delle grotte abruzzesi attirò un tempo numerosi Santi eremiti. Fra questi  la figura  più emblematica è sicuramente quella di Pietro Angelerio, nato ad Isernia nel 1215 e conosciuto come Fra Pietro dal Morrone, divenuto successivamente Papa con il nome di Celestino V e noto per il suo rifiuto al pontificato dopo solo pochi mesi.

Numerose sono le testimonianze della presenza di Celestino V in Abruzzo. Il suo nome è legato indissolubilmente alla città dell’Aquila. A lui si deve l’edificazione del monumento più importante della città, la Basilica di Collemaggio. Secondo la leggenda, questa venne fondata a seguito di un’apparizione della Vergine all’eremita Pietro, il quale volle costruire una chiesa a lei dedicata. Il 29 agosto 1294, proprio il quel luogo, verrà incoronato Papa con il nome di Celestino V.  La Basilica rispecchia la semplicità e austerità del suo fondatore con la forte impronta cistercense.

Il cenobio rupestre di Santo Spirito a Majella a Roccamorice (Pescara)  nel 1246 fu dimora di Pietro da Morrone che, trovandola in pessime condizioni ne iniziò i lavori di ristrutturazione. e anche se nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni, mantiene ancora il fascino dovuto alla stupenda posizione nella valle omonima. La badia sorge nella parte alta della valle di Santo Spirito a circa un'ora di cammino dai prati della Majelletta ed è raggiungibile, attraverso un ripido percorso, dal paese di Roccamorice. Non esiste una data precisa della sua origine, anche se si suppone sia anteriore all'anno Mille

Numerosissime sono le leggende legate a questo luogo di culto ed in particolare alla figura di Pietro da Morrone: storie di diavoli, di profanazioni sacrileghe e di esemplari punizioni. Un tempo numerose compagnie di pellegrini giungevano alla badia risalendo la valle o valicando la montagna; oggi solo in occasione dell'apertura della Perdonanza, il 29 agosto, si può notare una discreta partecipazione dei devoti.

Anche la città di Sulmona , ricca di opere d’arte e di storia, patria dell’illustre Ovidio e famosa per la lavorazione dei confetti vede il suo nome strettamente legato  alla figura di Celestino V. Nella Cattedrale romanica  di San Panfilo, Celestino V celebrò messa durante il viaggio verso L’Aquila con Carlo D’Angiò e Carlo Martello. Nei pressi di Sulmona, due emergenze sono legate alla figura del futuro Celestino V: la Badia Morronese (o di Santo Spirito) dove dimorò e dove pose la firma di accettazione dell’elezione a Papa, e l’Eremo di Sant’Onofrio dove gli venne comunicata la notizia dell’ascesa al soglio pontificio, ancora caratterizzato dalla sua originale e suggestiva collocazione nella roccia all’interno, conserva, nella cella dell’eremita, pareti affrescate. Tra queste mura, mentre osservava il digiuno penitenziale in onore della Vergine Assunta e di San Pietro, frà Pietro fu raggiunto dalla notizia della sua elezione al papato. La tradizione racconta che il Crocifisso dinnanzi al quale il Santo pregava accennò con il capo e solo allora Pietro pronunziò queste parole: "Do il mio assenso ai voti del Sacro Collegio ed accetto il Sommo pontificato. Mi aiuti il Signore a portarne il gravissimo giogo". Il Petrarca, nel De Vita solitaria, racconta la vita di Roberto da Salle, il cui nome secolare era Santuccio, e ricorda che questi, nel momento in cui il Celestino V stava per lasciare Sant'Onofrio, gli si inginocchiò dinnanzi e gli chiese la santa benedizione. A Sant'Onofrio Pietro ritornò dopo l'abdicazione al papato e vi rimase nascosto fino al febbraio del 1295 quando partì con il desiderio di raggiungere la Puglia per imbarcarsi verso la Grecia. Nella zona sottostante all'eremo si apre una grotta, abitata anche questa da Celestino; la grotta presenta uno stillicidio di acque, alle quali i fedeli attribuiscono poteri taumaturgici.

Sempre nella provincia dell’Aquila, a Castelvecchio Subequo è documentato il passaggio di Celestino V. Il Santo, infatti, vi dimorò nel Convento di San Francesco e un giovane paralitico venne miracolato alla sua presenza.

Fu canonizzato da Papa Clemente V il 5 maggio 1313.

 



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