Abbazia di Santa Maria di Casanova
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Come arrivare
Della potente e ricca abbazia di S. Maria di Casanova non rimangono oggi che rovine, a pochi chilometri dall'abitato di Villa Celiera, seminascoste dalla fitta vegetazione che rigogliosa riconquista il terreno alla natura, soggiogata un tempo con sapiente maestria dai monaci cistercensi. L'abbazia fu il primo insediamento cistercense in Abruzzo fondato, per volere della contessa Margherita di Loreto Aprutino nel 1191, quale filiazione del monastero dei SS. Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane di Roma. La protezione ed i privilegi che gli accordarono papa Innocenzo III, Federico II ed ancora papa Onorio III resero potente l'abbazia anche fuori dell'Abruzzo, potendo vantare filiazioni a Rieti, in Puglia e nelle Isole Tremiti. L'inizio della commenda, nel XIV secolo, segnò l'avvio di un lento declino per l'abbazia, che nel 1368 venne affidata ai Celestini. Dai cinquecento monaci che la abitavano nel XIII, si arriverà nel XVII a contarne solo nove! Casanova continuerà a possedere una ricca biblioteca; celebri i codici minati dall'abate Erimondo, che furono portati a Milano, dove ancora oggi sono conservati presso la Biblioteca Ambrosiana, dal cardinale Federico Borromeo, commendatario dell'abbazia tra il 1586 ed il 1631. Con la soppressione degli ordini religiosi da parte di Napoleone, l'abbazia verrà abbandonata e destinata alla rovina. Tra i ruderi dell'abbazia emerge la torre di difesa a base quadrata ed in pietra che, nonostante i crolli e l'evidente disfacimento, conserva ancora le strutture fino al terzo livello. Rimane evidente la traccia del chiostro con al centro il pozzo e si conserva parzialmente la sala capitolare con gli archi a tutto sesto di copertura. Più difficile è individuare gli altri ambienti del monastero. Della chiesa è visibile un tratto della facciata e delle pareti perimetrali, mentre è crollata la volta che ancora il Gavini aveva potuto osservare agli inizi del Novecento. L'ambiente oggi visibile è ad una navata e doveva essere coperto da volte a botte acuta; quanto sia riferibile all'impianto originario è difficile da individuare dal momento che l'abbazia ha subito nel corso dei secoli diverse modifiche. Un rilievo datato 1595, conservato alla Ambrosiana di Milano, disegna la chiesa di Casanova con una pianta a croce latina divisa in tre navate, abside piatta e transetto senza cappelle. Nel Seicento poi si decise la riduzione delle dimensioni, per cui la chiesa venne ad occupare solo lo spazio del presbiterio e di due campate.
E' stata intrapresa un'opera di restauro, poi interrotta. Il lavoro è stato completato solo per la torre.