Pietro Cascella
scultore pittore ceramistaPietro Cascella
scultore pittore ceramista
(1921 – 2008)
Pietro Cascella, erede artistico del nonno Basilio e del padre Tommaso e degli zii Michele e Gioacchino, nacque a Pescara il 2 febbraio 1921 dal citato Tommaso e Susanna Federman. Insieme al fratello maggiore Andrea (1919-1990) rappresenta la terza generazione della dinastia artistica dei Cascella, giunta, al momento, alla quinta generazione con suo nipote Matteo. Pietro ebbe un inizio precocissimo sotto la guida del padre Tommaso e del nonno Basilio in quello stabilimento litografico che presto divenne laboratorio d’arte dove si dipingeva, si scolpiva, si stampava e si incideva, fino a trasformarsi in una sorta di circolo artistico-letterario. In quell’ambiente di rulli, torchi, lastre, tele e colori, Pietro mosse i suoi primi passi, apprendendo le conoscenze tecniche e soprattutto il gusto di fare arte, di produrre cose belle e di buona fattura. Iniziò come pittore ma ben presto uscì dalla dimensione, pur vivace, del laboratorio di famiglia per recarsi a Roma, diciassettenne, dove frequentò l’Accademia di Belle Arti seguendo i corsi di Ferruccio Ferrazzi, maestro di pittura e scultura. Poco più che ventenne partecipa, nel 1943, alla IV edizione della Quadriennale di Roma e nel 1948 è invitato alla prima Biennale di Venezia del periodo post-bellico. Nel periodo immediatamente successivo, insieme al fratello Andrea e ad altri amici, lavora nella fornace di Valle dell’Inferno a Roma nella realizzazione di opere in ceramica di tutti i tagli. Nella Capitale frequentò “L’Osteria Fratelli Menghi”, storica osteria di Roma luogo di incontro per pittori, attori, musicisti e scrittori principalmente tra gli anni ’40 e ’70. Durante le tante frequentazioni dell’Osteria, conosce, e sposa nel 1945, la mosaicista trentina Anna Maria Cesarini Sforza con la quale collabora alla realizzazione, negli anni ’50, unitamente al fratello Andrea, dei prestigiosi mosaici che adornano la sala del “Cinema America”di Roma. Dall’unione con la Cesarini Sforza, nasceranno tre figli di Cascella: Benedetta, Tommaso jr e Susanna. È di quegli anni il suo progressivo allontanamento dalla pittura per dedicarsi alla scultura, anche sotto l’influenza dell’artista cileno Sebastian Matta, che lo avvicina ai temi del surrealismo, un linguaggio che Pietro Cascella traduce nei grandi volumi della scultura.
Nel 1956 partecipa ancora alla Biennale di Venezia. Nel ‘57 vince il concorso per il “Monumento di Auschwitz” con un progetto elaborato dal fratello Andrea e dall’architetto madrileno Julio Lafuente.
Tra le opere monumentali degli anni ‘80 vi sono “Cento Anni di lavoro allo stabilimento Barilla” a Parma, il monumento a “Due Carabinieri caduti” a Monteroni d’Arbia, la “Nave” in marmo di Carrara per il lungomare della città di Pescara, la piazza di Milano Tre, la “Porta della Sapienza“ a Pisa.
Pietro Cascella si è spento il 18 maggio 2008 a Pietrasanta nella provincia di Lucca, dove si era trasferito da qualche tempo. Le spoglie del maestro riposano al Cimitero di san Silvestro a Pescara nella tomba di famiglia da lui stesso realizzata e dove già riposano il padre Tommaso, la madre Susanna e il nonno Basilio.