Gli Storpi
Oggetto: Dipinto
Materia e Tecnica di esecuzione: tempera su tela
Dimensioni: h 380 cm - l 970 cm
Datazione: 1900
Autore: Francesco Paolo Michetti (1851-1929)
“Gli Storpi” è una tela ispirata ai festeggiamenti in onore della Madonna dei Miracoli di Casalbordino (Ch), ai quali Francesco Paolo Michetti aveva più volte assistito rimanendo colpito dal pellegrinaggio di malati ed infermi. Gli 'Storpi' rappresenta una compagnia di pellegrini diretta al santuario mentre passa dinanzi ad alcuni mendicanti che mostrano le loro infermità per ottenere qualche spicciolo. Più in alto campeggia una coppia di buoi a simboleggiare l'indifferenza della natura per l’umana sofferenza. Al di là della critica, di osservazioni stilistiche e compositive e di giudizi estetici sulla pittura di Michetti, è un dato di fatto che trovarsi oggi davanti a questa tela, di dimensioni veramente notevoli (cm 380x970) toglie il respiro. E’ un’opera che, come “Le Serpi”riesce a suscitare . “…nell’anima il vapore del sogno…” (D’Annunzio). Singolare la storia del dipinto: nel marzo 1900 Michetti inviò quattro sue opere, fra cui Le Serpi e Gli Storpi, all’Esposizione Universale di Parigi, la più grande rassegna pittorica sino allora organizzata al mondo. Michetti aveva fino ad allora nutrito per queste due opere, di dimensioni veramente notevoli, progetti ambiziosi, prefigurando uno strepitoso successo. Non andò così: le due opere finirono nella generale disattenzione forse perché troppo legate ad un aspetto folcloristico che non rispondeva ai canoni del gusto d’avanguardia. eppure, al di là di una patina superficialmente aneddotica, nelle migliori opere di Michetti si respira la spiritualità quasi pagana dell’intero mondo contadino resa con mirabile “realismo visionario”, spettacolarmente sensuale e profondamente intimo al tempo stesso, in bilico sul confine che separa la più viva rappresentazione naturalistica dall’astrazione più meditata (G. Simoncini). Le due tele non ebbero alcuna richiesta, l’artista le arrotolò e le tenne in disparte concedendo di vederle solo a qualche amico. Nel 1927 però furono esposte a Roma presso la Galleria nazionale d’Arte Moderna che le acquistò. Tornarono a Francavilla grazie a D’Annunzio per essere collocate nel Museo Michettiano nello Studio al Mare. Furono portate poi nel Convento di Francavilla (già sede dello storico Cenacolo michettiano) e così scamparono alla distruzione del Museo ad opera dei tedeschi. Nel 1994 furono trasportate a Roma per un restauro e nel 1997, tra numerose polemiche, tornarono a Francavilla per essere collocate al MuMi dove tuttora è possibile ammirarle.