Elena Sangro
attrice registaElena Sangro
attrice regista
(1901 - 1973)
Elena Sangro, diva del cinema muto, musa ispiratrice di Gabriele D’Annunzio, nasce a Vasto nel 1901. Il suo vero nome è Maria Antonietta Bartoli Avveduti, figlia di Avveduto Bartoli Avveduti, originario di Chianciano, di professione agente del duca Giovanni Quarto di Belgioioso (marito di Ortensia D'Avalos) per una palazzina di Vasto (eredità D'Avalos) dove ella nacque.
Intraprende studi classici, ma li abbandona presto per difficoltà familiari. Tenta allora la carriera teatrale a Santa Cecilia, a Roma, dove frequenta i corsi di Virginia Marini, interpretando vari ruoli, tra cui Elisabetta ne La cena delle beffe e Raffaella in Patria di Sardou.
Fu notata nel 1917 dal regista Enrico Guazzoni che la volle come protagonista del suo film Fabiola e subito dopo interpreta Erminia ne La Gerusalemme liberata (1918).
Il successo venne confermato nel 1924, quando recitò Poppea in "Quo vadis?" per la regia di Georg Jacoby e Gabriellino D'Annunzio. Nel 1928 interpreta il suo ultimo film muto, Villa Falconieri di Richard Oswald, una produzione italo-tedesca.
Con l'avvento del sonoro cambia il nome in Lilia Flores, si ritira dal cinema e passa ad esibirsi come soprano in concerti e in trasmissioni radio. Sporadicamente continua a interpretare piccoli ruoli in film come Il re burlone (E. Guazzoni, 1936), L’abito nero da sposa (L. Zampa, 1945) ed Enrico Caruso. Leggenda di una voce (G. Gentilomo, 1951), fino a un cameo nel film di Fellini 8½. Fu secondo regista alla lavorazione dei film: La sonnambula e Aida di Cesare Barlacchi e nel 1945 fondò la casa di produzione Stella d'Oro Film, e sotto il nome di Anton Bià produsse molti documentari fra cui Villa d'Este (il primo film interpretato da Gina Lollobrigida), Sogno d’amore (1947), Villa Adriana (1948) e Le Madonne di Raffaello (1950).
D'Annunzio fu un suo ammiratore e le dedicò un «Carmen votivum» dal titolo “Alla piacente”. Tra i due, durante un lungo soggiorno di Elena al Vittoriale, divampò una violenta passione. La relazione è documentata da una corrispondenza formata da lettere e telegrammi, conservati presso l’Archivio del Vittoriale.
Muore a Roma l’8 dicembre 1973.