Vincenzo Bindi
educatore, storico, critico d’arte, politicoVincenzo Bindi
(1852-1928)
educatore, storico, critico d’arte, politico
Vincenzo Bindi nacque il 31 gennaio del 1852 a Giulianova, dove la famiglia, di origine toscana, risiedeva da più generazioni. Intraprese i primi studi presso la scuola del seminario di Atri per poi conseguire la maturità liceale e la laurea in Giurisprudenza a Napoli dove esercitò la pratica notarile ed ebbe modo di seguire lezioni di estetica storia e letteratura, oltre che di frequentare la società culturale partenopea.
Nel 1881 divenne docente di storia e geografia presso il liceo di Capua; diresse la Scuola Normale Femminile con tale dedizione che ottenne nel 1911 dal Ministero dell’Istruzione Popolare la Medaglia di Benemerenza .
Gli interessi di Bindi non si limitarono all’educazione, ma fu attratto dagli studi di storia arte archeologia ed artigianato, riguardanti in particolar modo l’Abruzzo, che lo videro ricercare continuamente notizie in archivi, biblioteche emusei, anche durante i suoi numerosi viaggi all’estero.
Il nome del Bindi è tuttavia legato ad un’opera, pubblicata nel 1889, dal titolo Monumenti Storici ed Artistici degli Abruzzi dal sec. IV al sec. XVIII, nella quale si ripercorre in due volumi tutta la storia artistica abruzzese. Ad impreziosire il testo contribuirono l’introduzione dello storico Gregorovius e le duecento tavole illustrative che videro coinvolti importati pittori del tempo, Filippo Palazzi, Teofilo Patini, Francesco Paolo Michetti, Gennaro della Monica, Pasquale Celommi e Raffaello Pagliaccetti.
Nel testo il Bindi curò una dettagliata descrizione ed analisi dei monumenti più noti ma anche di arredi e di suppellettili, portando a nuova luce un patrimonio per lo più ignorato e comunque poco conosciuto
Vincenzo Bindi morì a Napoli lasciando alla città di Giulianova il palazzo di famiglia, la sua ricca biblioteca (oltre cinquemila volumi di abruzzesistica, tra i quali due incunaboli e 32 cinquecentine) e la sua raccolta di quadri (377 dipinti, riconducibili per lo più ad artisti della cosiddetta Scuola di Posillipo). Oggi il Palazzo Bindi, restaurato nel 2005, ospita nel primo piano la Biblioteca civica e nel secondo piano la Pinacoteca, entrambe originate dal lascito di Vincenzo Bindi.