Pasquale Celommi
pittorePasquale Celommi
(1851-1928)
pittore
Pasquale Celommi nacque il 6 gennaio 1851 nel piccolo borgo di Montepagano, oggi frazione di Roseto degli Abruzzi, nella provincia teramana. Dopo qualche tempo i genitori si trasferirono alla marina per gestire una locanda dove avveniva anche il cambio dei cavalli delle diligenze che percorrevano la litoranea. E proprio sul mare il piccolo Pasquale iniziò a disegnare, con il carbone, le fiancate delle barche tirate a riva.
1873 vinse il concorso del Pensionato artistico indetto dall’Amministrazione Provinciale di Teramo, titolo che gli permise di frequentare la “Scuola libera del nudo” presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Qui, insieme a ad altri giovani talenti, fu allievo del maestro ticinese Antonio Ciseri, che era stato già insegnante di Silvestro Lega.
La maturazione artistica, tuttavia, coincise con il ritorno a Roseto, dove si trasferì definitivamente nel 1881 e dove scoprì i temi che avrebbero ispirato la sua pittura, i soggetti congeniali a lui ed ai suoi mezzi espressivi: i costumi della sua gente, le scene legate alla vita marinaresca, le marine dalle tenui atmosfere immerse nella trasparenza di una luce dorata. Ma fu anche l’interprete del lavoro e della fatica dei pescatori, dei contadini e degli operai.
Nell’ambito dell’arte del secondo Ottocento la pittura di Celommi non sembra infatti riconducibile ad alcuna corrente pittorica, tuttavia gli appartiene quella concezione verista che comunque è presente nella pittura meridionale dell’epoca.
I suoi quadri comunicano invece emozioni che non feriscono, sensazioni non forti, trasmesse con immagini dignitose della povera gente, la cui compostezza dei sentimenti non turba l’osservatore, sublimando in tal modo il degrado e la tragedia della miseria in una poetica idilliaca ed irreale.
Numerosissime furono le opere dell'ultimo ventennio dell'Ottocento, ed assidua fu la sua partecipazione alle mostre, organizzate in ambito regionale, nazionale ed internazionale.
La produzione artistica del Novecento fu quasi tutta dedicata alle cosiddette marine con le quali il pittore è stato sempre associato e per le quali è sino ad oggi apprezzato.
"Lo stile, o maniera, del Celommi è suo proprio, imitatore di nessuno: puro nel disegno, semplice nelle linee, vero attraente e grandioso nell'effetto che produce il colorito dal pennello facile scorrevole e geniale". (Raffaello Pagliaccetti)