Gioacchino Cascella
pittore ceramistaGioacchino Cascella
(1903 - 1982)
pittore ceramista
Gioacchino Cascella nasce a Pescara ed è il terzo figlio di quel Basilio capostipite di una dinastia di artisti ormai giunta alla quinta generazione.
Frequenta la scuola tecnica a Pescara che abbandona a 15 anni per dedicarsi totalmente agli insegnamenti del padre nella famosa bottega artistica dove già si erano formati i suoi due fratelli più famosi, Tommaso e Michele.
Di carattere mite, scelse per sé una visuale ridotta, uno scorcio da cui osservare il mondo, il paesello di Rapino (CH) che elesse a soggetto privilegiato della sua arte. Per questa sua scelta fu definito dal fratello Tommaso “il milite ignoto”. Nel paese teatino si dedicò principalmente alla ceramica, contribuendo con la sua attività, unitamente al padre e ai fratelli, al rilancio di quest’arte in Abruzzo. Anche se Gioacchino è rimasto dentro confini ristretti e nascosto alla conoscenza di quanti ne avrebbero potuto apprezzare la delicatezza e la sensibilità del pennello, come tutti i Cascella, non ha mancato di fornire segnali artistici di notevole rilievo. La sua arte era la ceramica ma si fece notare anche per gli acquerelli finissimi che in trasparenze splendide lasciavano filtrare i sogni di cui si popolava il suo immaginario; sogni che i colori appena sussurrati proponevano per magia. Impostò la sua produzione sui paesaggi abruzzesi e nature morte, rifuggendo la figura.
Negli anni Trenta inizia a sviluppare un proprio stile decorativo che applica su piatti, mattonelle e boccali e nel 1934 presenta questi suoi nuovi lavori in una personale a Roma, in una galleria d’arte nei pressi di Piazza di Spagna.
« Mi ricordo stavo nello studio di Pescara, c’era un piatto posato su un tavolo, già finito con degli alberi di aranci, c’erano i colori ancora a portata di mano e così fui tentato di dipingere anch’io e feci degli aranci. Così senza badare, lo portarono a cuocere a Rapino e quando lo riportarono a Pescara, mio padre lo guardò e disse: “…e questi aranci chi li ha fatti?”. Mi guardò…“ho capito anche a te…vieni con noi, arruolati anche tu” ». (Basilio Cascella).