Chiesa di San Francesco (Santuario del Miracolo Eucaristico)
LANCIANO (CH) - CHURCH AND CONVENT OF SAN FRANCESCO
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La chiesa di San Francesco è annessa all'omonimo convento, fondato al tempo della seconda generazione di insediamenti francescani in Abruzzo, cioè nel 1252. Essa fu costruita su un complesso architettonico andato perduto, costituito dalla chiesa di S. Legonziano e dal relativo convento dei secoli VII-VIII, i cui resti sono oggi presenti nelle botteghe al di sotto dell'edificio e del campanile e nella sagrestia. Queste preesistenze vennero donate ai Frati Minori con atto di cessione da parte del vescovo di Chieti, Landolfo Caracciolo, datato 3 Aprile 1252 e confermato da papa Innocenzo IV, grande sostenitore dell'Ordine Francescano. La chiesa venne terminata intorno al 1260 ma conservò il nome di S. Legonziano fino alla metà del XIV secolo. Lo schema era quello semplice della "chiesa fienile" a navata unica allungata, con copertura a capriate lignee, senza transetto e con coro sovrastato da volta a crociera. Tipico della chiesa mendicante è il contrasto tra la navata, semplice e nuda, destinata ai fedeli, e il coro, più curato e ricco, riservato al culto ed ai presbiteri. Non abbiamo nessuna notizia circa le dimensioni dell'antica chiesa che si suppone sia stata di media o piccola grandezza. La facciata, a coronamento orizzontale, ha mantenuto questa forma attraverso gli interventi successivi di età rinascimentale e barocca. Il portale ogivale, che risente degli influssi borgognoni, è costituito da una fascia sagomata che si origina dallo zoccolo piuttosto alto ed arriva ad incorniciare la lunetta e gli stipiti. Di questa struttura originaria resta oggi la metà inferiore della facciata comprendente il portale. Un altro elemento della primitiva costruzione è la parte inferiore del campanile, una struttura quattrocentesca in cotto, che presenta finestre a sesto acuto ed una fascia decorata ad archetti. Importanti modifiche strutturali vennero apportate all'edificio medievale già nei secoli immediatamente successivi alla sua edificazione, come testimonia la Relazione Innocenziana del 1650 che ci fornisce una descrizione dell'edificio, secondo la quale la chiesa aveva una navata, più corta della metà di quella attuale, con copertura a tetto e fiancheggiata sul lato destro da sette cappelle e un coro quadrato a volta. La presenza della cappelle è legata alla particolare funzione che la chiesa aveva nell'ambito della vita sociale cittadina, come luogo di riunione del Parlamento cittadino o centro di aggregazione per i gruppi di mercanti che si trovavano in città in occasione di fiere e che poi rimasero sul posto. In relazione a queste attività, vennero accolte nella chiesa Confraternite laiche e venduti siti per la realizzazione di cappelle o altari gentilizi sia di lancianesi sia di stranieri. Anche il campanile aveva subito una modifica con l'aggiunta nel XVI secolo, nella parte terminale, di una cella ottagonale sulla quale venne innalzato un tiburio coperto da cupola con piastrelle policrome di maiolica. Un intervento decisivo fu quello avviato nel 1737 col fine di ridare unità spaziale e stilistica ad un organismo ormai eterogeneo. L'impianto proposto è quello longitudinale accentrato, sul modello del S. Domenico di Penne, i cui lavori di ammodernamento erano terminati qualche anno prima. Si procedette alla demolizione dell'edificio duecentesco e delle relative aggiunte per costruire un nuovo organismo. La facciata, pur mantenendo l'originaria conformazione a terminazione piana e l'austerità francescana, venne alzata nella parte superiore. La pietra della parte bassa cede il posto ad una muratura in mattoni realizzata anche attraverso il reimpiego di materiale di spoglio, come i resti della demolita chiesa dell'Annunziata, e dei frammenti di varie opere, tra cui bassorilievi di stile rinascimentale provenienti dalla Cappella di S. Angelo dei Lombardi. Il risultato di questi interventi fu una struttura squadrata in muratura mista di pietre e mattoni, priva di decorazioni e movimentata da quattro grandi nicchie ad arco che contengono le finestre che si aprono sulla navata. Lo spazio interno è stato organizzato secondo il tipico schema settecentesco, diffuso nel barocco abruzzese, basato sulla sequenza aula - vano cupolato - presbiterio. La navata risulta così costituita da due vani uguali raccordati tra loro; sui suoi lati, al posto delle precedenti cappelle, sono stati aperti piccoli incassi per ospitare degli altari minori. Gli slarghi laterali all'altare maggiore non costituiscono un vero transetto, così come la calotta priva di tamburo e lanterna non costituisce una vera cupola. Ad interrompere lo sviluppo troppo allungato della navata è l'arco posto tra il vano dell'altare e la sagrestia. A dare organicità a questo spazio è la sequenza di paraste composite che si prolungano in altezza fino a raggiungere la volta. Gli altari di stucco presentano forme eleganti che denotano un accentuato gusto barocco di matrice borrominiana. Ad arricchire l'interno della chiesa erano decorazioni plastiche di un primo Rococò di cui non resta molto a causa delle gravi manomissioni degli anni Cinquanta del nostro secolo. Tra gli arredi barocchi è un pulpito in noce e un ricco organo intagliato, dipinto e dorato, che fu donato dal Papa Clemente XIV. Sull'altare maggiore è posto il reliquiario, contenente la testimonianza del primo miracolo eucaristico avvenuto intorno al 700. Esso è costituito da un ostensorio in argento del 1713 posto su due angeli e da un calice in cristallo che conservano, rispettivamente, la carne e il sangue, effetto della trasformazione dell'ostia e del vino. Affinità architettoniche si riscontrano col S. Domenico di Penne, ristrutturato ad opera di Giovan Battista Gianni nel 1730, dal quale viene ripreso l'impianto con accentuazione degli effetti chiaroscurali, ottenuti tramite la realizzazione degli incassi laterali per accogliere gli altari; sono rilevabili affinità stilistiche col S. Agostino di Chieti o con la Matrice di Bomba, rispettivamente opere del Rizza e del Piazzola, architetti-stuccatori, discepoli del Gianni. E' quindi ipotizzabile il loro intervento o quello di un loro allievo nella chiesa in esame nello stesso periodo in cui essi operarono anche in altre chiese lancianesi, tra cui quella settecentesca del Suffragio o altre chiese medievali come S. Lucia, S. Agostino e S. Rocco.
Founded in the mid thirteenth century, the church was entirely re-built in 1737, when the edifice was divided in an entrance hall, a presbytery and a hall corresponding to the cupola, richly decorated by Michele Clerici. The only extant parts of the earliest church are the lower part of the faade and the base of the belfry, which was accomplished in the sixteenth century along with the octagonal cell and the cupola.