Aveia e la Necropoli di Fossa
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Aveia, antica città dei Vestini, si trovava a poche decine di chilometri a sud est di Amiternum, ossia presso l'odierno centro abitato di Fossa (Aq). Le fonti epigrafiche e gli studi effettuati nel corso degli anni hanno portato ad identificare l'antica città in parte sotto Fossa, in parte più a valle. E' possibile che tratti di mura identificate sotto Ocre, possano riferirsi ad Aveia, così pure resti di abitazioni civili, di archi, di viadotti, di acquedotti. Sembra che Aveia rimase prefettura anche in epoca imperiale, pur godendo dei privilegi inerenti allo stato di municipio, come risulta da un'iscrizione del III sec d.C., in cui è nominato il municipio di Veja. Frontino riferisce che dopo aver ricevuto lo stato di prefettura, Aveia venne trasformata in una colonia. Fu sicuramente un centro di una certa importanza, in quanto era ubicata sulla confluenza delle grandi arterie di comunicazione con i Sabini e con i Marsi. La città era attraversata dalla Claudia Nova, proveniente da Foruli, che si innestava alla Valeria. E' difficile stabilire il periodo di estensione della vita della città che è riportata anche nella Tabula Peutingeriana.
Nel territorio di Fossa, in località Casale, nel corso del 1992, in occasione dei lavori per la realizzazione di un impianto industriale, vennero individuati dal signor Adriano Torrecchia di Poggio Picenze, reperti archeologici attribuibili a corredi funerari dell'Età del Ferro. Da questa scoperta prese avvio una serie di campagne di scavo ad opera della Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo grazie alla quale tornò alla luce la "piccola Stonehenge abruzzese", la Necropoli di Fossa.