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Eremo di San Michele Arcangelo


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Tipologia:Eremo/ Chiesa romitorio

Come arrivare

Pescocostanzo (AQ)
A pochi chilometri dal paese di Pescocostanzo, alle pendici del Monte Pizzalto e vicino al tratturo proveniente dalla Valle Peligna, si trova la grotta-eremo di San Michele Arcangelo. Le prime notizie sul romitorio risalgono al 1183 e provengono dalla Bolla di papa Lucio III; non è comunque da escludersi un'origine più antica, sia per la posizione posta sulla via di transumanza sia per la vicinanza alla sorgente. In un'iscrizione cassinese del 1066 vengono nominate, per la zona di Pescocostanzo, ben 13 celle, facendo ipotizzare una naturale destinazione per chi scegliesse la vita ascetica. Scavato ai piedi di un banco roccioso, l'edificio presenta un fronte ad angolo, con il lato maggiore di circa 13 metri e quello minore di circa 5 metri. Il primo chiude la zona cultuale mentre il secondo quella abitativa. Sul lato principale si aprono due porte: la più ricca ed importante immette nella chiesa mentre quella secondaria, posta sul lato destro, conduce ad un vano laterale adibito a cappella funebre della famiglia Ricciardelli. Fra le due porte è stata ricavata una grande nicchia ad arco a tutto sesto, dove sono ancora visibili tracce di intonaco dipinto. Sull'architrave della porta principale è riportata l'iscrizione del restauro: SUMPTIBUS HAS PROPIIS PORTAS/ POSTESQUE BUBULCI/ ERECTAS DICANT ANGELE DIVE TIBI/ A.D. MDXCVIII. Più in basso si legge: BENEFATTORI BRAMOSI BENEFICA. Sull'arco della nicchia si trova invece la scritta: CONFALONIERE CELESTE CUSTODISCICI. La porta secondaria reca infine l'iscrizione : DUCE DIVINO DA DANNI DIFENDICI. L'ingresso principale è fiancheggiato da due piccole finestre a strombo; quello secondario ha una piccola luce con ampia cornice in pietra bianca su cui è stato inciso: LE LEGGEREZZE LASCI LEAL LETIZIA/ INIMICI IMPLICATI ISDEGNA INTENDERE/ GRAVATI GEMENDO GIUSTIFICATEVI. L'interno della chiesa è completamente pavimentato con larghe lastre di pietra che creano contrasto con la volta rocciosa non rifinita. Una lunga balaustra in pietra finemente lavorata chiude la parte più interna della grotta. A destra dell'ingresso una piccola colonna faceva da piede ad un'acquasantiera. Tutte le parti in pietra della grotta sono state restaurate negli ultimi anni dalla Soprintendenza. Nella zona presbiteriale si conservano i resti di un piccolo altare, obliquo rispetto all'asse della balaustra, e una piccola nicchia ricavata sopra un basso podio che anticamente ospitava la statuetta del Santo, ora custodita nella chiesa della Madonna del Rosario. La statuetta, probabilmente un ex voto, è scolpita in pietra locale e in stile semplice. Nella chiesa si conservano numerosi resti di lastre marmoree realizzate ad intarsio che dovevano rivestire l'altare; questo genere di decorazione è presente in molte chiese di Pescocostanzo. Tutto il perimetro presbiteriale è percorso da un basso sedile ricavato nella roccia, mentre sul lato sinistro, poco fuori dal presbiterio è posto il loculo di una sepoltura di cui non si ha nessuna indicazione. Sopra di esso un grande foro, ora murato, venne scavato dai tedeschi come uscita di sicurezza. La stanza adiacente presenta nell'angolo la sepoltura di Bartolomeo Ricciardelli del 1855 ed una lapide in ricordo di Giosafatte Ricciardelli del 1881. La parte abitativa è composta da due piani. Il piano superiore, posto sullo stesso livello della chiesa, comprende due piccole stanze ricavate nella roccia, comunicanti tramite una porta in pietra che reca l'iscrizione: FATICHE FREQUENTATE FORTIFICANO. La prima stanza è coperta con volta a botte, ha due finestre a strombo, una botola per scendere al piano inferiore e una piccola nicchia rotonda; al suo interno si conservano i resti di un sedile in pietra che corre lungo tutta la parete. La seconda, di piccole dimensioni, presenta una volta piana ed una sola finestra. Al piano inferiore, composto anch'esso da due stanze, si può accedere dal piano superiore tramite la botola oppure mediante una piccola porta. La zona abitativa, secondo la tradizione popolare, venne realizzata come ricovero di pastori transumanti, notizia confermata dalla vicinanza al tratturo e alla località "Il Riposo", dove facevano sosta le greggi.
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