Chiesa della SS. Annunziata
Santissima Annunziata's Church
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La chiesa della SS. Annunziata è parte integrante di un ampio complesso che include le strutture del Palazzo, uno dei più preziosi gioielli d'arte abruzzese, un tempo destinato a funzioni ospedaliere, oggi noto per la bellissima facciata nella quale si concretizza nel modo più raffinato il trapasso dalle forme medievali a quelle rinascimentali. Sebbene le origini della chiesa siano da sempre legate alle vicende del Palazzo (entrambi sono edificati per volontà della Confraternita dei Compenitenti, come ricorda l'atto di fondazione del 10 marzo 1320), la SS. Annunziata diversamente "dall'ospedale" mostra un volto barocco; le nuove esigenze di gusto che riflette sono favorite dalla serie di terremoti che nel corso dei secoli la danneggiano, rendendo necessari restauri e rifacimenti. Già a seguito del sisma del 1456 la chiesa deve essere riedificata e poi, di nuovo, dopo l'altro terribile terremoto che si abbatte sulla città nel 1706. L'impianto odierno, a tre navate con transetto e tre absidi, ricalca la pianta messa in opera nel rifacimento cinquecentesco. Alla stessa fase risalgono il portale laterale, datato 1590, l'abside poligonale e il bellissimo campanile progettato dal vescovo dei Marsi Matteo Colli e realizzato dal "mastro Alessio" tra il 1565 (iscrizione posta sotto il cornicione) e il 1588, sul modello del quale sono stati eseguiti i campanili della Badia Morronese e della parrocchiale di Pacentro. Fortunosamente scampati al terremoto sono anche il prezioso coro ligneo realizzato tra il 1577 e il 1579 dal romano Bartolomeo Balcone e la tela della Pentecoste che "Berna Monaldius Florentinus faciebat" nel 1598. Nel Seicento assistiamo ad un graduale rinnovamento nelle decorazioni dovuto alle mutate esigenze estetiche; la chiesa si arricchisce di preziose tele, alcune delle quali possono ancora essere ammirate, come l'Annunciazione del pittore pistoiese Lorenzo Baldi (1624-1703), discepolo di Pietro da Cortona, la Comunione degli Apostoli del sulmonese Alessandro Salini (1675- 1764) e la Natività di Maria e La presentazione al Tempio di Giuseppe Simonelli (1650 ca.-1710), allievo del più famoso pittore Luca Giordano. Nel 1620 è affidata al romano Giacomo Spagna la decorazione della Cappella della Madonna; risparmiata dal sisma del 1706, essa mostra ancora il suo raffinato ornamento in marmo commesso, "il più antico esempio" in città "di tale tecnica, di circa un secolo precedente alle splendide prove che offriranno i marmorari pescolani del XVIII secolo" (Fucinese D. V., 1996). Secondo il Casale (Casale V., 1992) il paliotto conservato nella cappella è sicuramente opera dello Spagna, mentre i marmi commessi delle pareti sono opera di restauro realizzata da maestranze locali. Dalle fonti si ha infine notizia di una "fabrica degli stucchi" che tra il 1688 e il 1689 è chiamata ad "ammodernare" l'edificio. Sono tutti primi significativi esempi del diffondersi del Barocco, stile che impronta la ricostruzione dell'Annunziata e in generale di Sulmona dopo il terremoto del 1706. A seguito del rovinoso sisma infatti, al di là delle rare eccezioni che abbiamo appena analizzato (cappella, campanile e perimetro absidale), la chiesa cade "da li fondamenti", per cui si rende necessario il rifacimento. I lavori iniziano il 25 ottobre del 1710 sotto la direzione dell'architetto lombardo Pietro Fantoni e si protraggono per diciassette anni. La facciata fu realizzata da NORBERT CICCO DE PESCHOCOSTANZO e riflette pienamente le influenze romane, pescolane e napoletane che gravitano intorno al nuovo cantiere. Allineato alla maestosa facciata gotico-rinascimentale, l'ampio spazio quadrangolare è movimentato da un doppio ordine di colonne binate fortemente aggettanti che riescono a conferire maestosità e slancio all'insieme. Nel primo ordine troviamo il portale fiancheggiato dalle colonne di ordine tuscanico e da due finestre rettangolari; una fascia decorativa propone il motivo classico dell'alternanza di metope e triglifi, seguita da una serie di dentelli ed infine da uno spesso marcapiano che fa da imposta all'alto basamento dal quale prende avvio il secondo ordine. Qui le colonne binate presentano un capitello composito e sorreggono una trabeazione ancora carica di reminescenze classiche che termina in un timpano curvilineo spezzato. Al centro si apre la finestra con timpano spezzato concluso in due volute, imponente quanto il portale maggiore, sia per le dimensioni che per la decorazione, così da riequilibrare le proporzioni in considerazione della visuale ribassata posta sotto la scalinata. Due volute fanno da raccordo tra il corpo centrale e le ali laterali che chiudono negli angoli con due paraste scanalate terminanti in due "pinnacoli". L'interno ampio e luminoso vede la navata centrale raccordarsi in altezza al transetto non emergente; le quattro arcate che dividono il vano centrale dalle navatelle sono scandite da pilastri resi cruciformi da lesene terminanti verso la navata in capitelli a stucco di ordine composito. Al di sopra di ogni arco degli angeli in stucco a forte rialzo sorreggono un medaglione entro il quale è dipinto a monocromo un episodio sacro; l'effetto d'insieme è di una dinamica, ariosa ed elegante teoria celeste che osserva e guida il visitatore dall'ingresso fino al presbiterio. Una cornice alta con delle modanature non molto aggettanti chiude la parete e funge da imposta alla volta a botte, la quale è aperta alla base da una serie di finestre che la rendono particolarmente luminosa. La volta è arricchita da delicati motivi vegetali sempre realizzati a stucco, mentre al centro, entro ampi riquadri mistilinei, troviamo i preziosi affreschi raffiguranti episodi cristologici e mariani realizzati dal pittore Giovambattista Gamba nel 1728. Per la realizzazione degli stucchi gli studiosi hanno proposto il nome di Giovan Battista Gianni (o Giani), esperto stuccatore lombardo che, fra la fine del Seicento e il primo trentennio del secolo successivo, è attestato, insieme ai suoi collaboratori Girolamo Rizza del Vaglio e Carlo Piazzoli da Pigra, alla decorazione di molte chiese abruzzesi. A ridosso dell'ultima campata si impongono allo sguardo due grandi organi con balaustre riccamente decorate ad intaglio e dorate; la contrapposizione di due organi è legata alla tecnica dei cori battenti o spezzati, inconsueta al di fuori del territorio veneziano e sintomatica di una ragguardevole attività musicale a Sulmona. Lungo le pareti delle navatelle si susseguono gli altari con preziose mostre a incorniciare le tele dipinte; ciascuna campata è chiusa da una piccola cupola che riceve la luce dal lanternino. Nel transetto si apre la cupola estradossata, unico esempio del genere a Sulmona, resa luminosa dalla lanterna e dalle finestre rettangolari del tamburo; i pennacchi di raccordo sono affrescati con le figure e i simboli dei quattro Evangelisti sempre da Giambattista Gamba, la cui firma è chiaramente leggibile insieme alla data di esecuzione dei lavori sotto la figura di S. Giovanni. I bracci del transetto terminano in due maestosi altari con mostre in stucco e paliotti in marmo commesso, opere del XVIII eseguite da maestranze di Pescocostanzo. Il piccolo centro montano può vantare una nutrita schiera di abili maestranze intente alla lavorazione del marmo, della pietra e del legno che ricevono importanti commissioni in diverse zone della provincia aquilana. Tra queste ricordiamo il Norberto Cicco di Pescocostanzo autore della facciata e con molta probabilità anche dell'altare maggiore e della balaustra che gli fa da cornice. La chiesa dell'Annunziata è frutto di un costruttivo confronto fra interpretazioni diverse dello stesso linguaggio barocco: alla sua edificazione concorrono maestranze locali accanto a magistri lombardi, pescolani, romani e napoletani, che insieme danno vita ad uno dei più felici esempi di barocco sulmonese e abruzzese.
The Santissima Annunziata’s Church looks over Corso Ovidio, the main avenue of Sulmona. The church was founded in 1302 but there are no traces of its primary structure, destroyed by earthquakes in 1456 and 1706. On the XVIII century, the facade was re-built from the start by Norberto Ciccio from Pescocostanzo, The new facade consists of two levels and two couples of twin columns divide it vertically in three parts. The architect Pietro Fantoni from Bergamo, entrusted with the restoration of the interior, added a cupola with a lantern over the presbytery. The plan consists of a central barrel-vaulted nave and two lateral aisles, surmounted by little cupolas. The artists who made the decorations were Giovanni Battista Gianni, Norberto Ciccio and Giovanbattista Gamba. On the XX century, the church was restored.