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Feste popolari tradizionali

Settembre

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PRETARA DI ISOLA DEL GRAN SASSO (TE): mattina del giorno 1, "Santa Colomba"

Il giorno dedicato alla venerazione della santa, numerosi pellegrini, provenienti da diversi paesi della zona, si arrampicano lungo il sentiero che porta all’eremo dove visse Santa Colomba.
Vengono accompagnati dal solito gruppo di musicanti chiamati "Li Tamurre" che segue tutti gli eventi festivi della zona.
Dopo la messa, celebrata all’esterno della piccola cappella, viene effettuata la processione e nella chiesa i fedeli infilano la testa dentro una buca laterale dell’altare e si strofinano contro le rocce impresse dalle mani o dalle ginocchia della santa.
Al ritorno verso il paese, rompono dei piccoli rametti di abete da riportare come "protezione".

 

CASTEL DI IERI (AQ): mattina del giorno 3, "San Donato"

In questo centro convergono tutti i devoti al santo del circondario aquilano.
Santo protettore degli epilettici e dei malati di mente, un tempo veniva ricompensato della guarigione con offerte in grano, tanto quanto pesava il "graziato.
Ora, l’uso della bilancia non è più in funzione, ma il santo esercita ancora tutta la sua "influente sfera" in materia di malattie neurologichee mentali.

 

LAMA DEI PELIGNI (CH): prima domenica del mese, "Madonna dei Corpi Santi"

Questa festa, un tempo concludeva il periodo dei raccolti con una grande parata di covoni e spighe di grano donate alla Madonna, che dal santuario montano, nella bella stagione, scendeva alla chiesa del paese per la consueta protezione.
Attualmente, la statua viene trasferita dal bosco, nove giorni prima, per ricevere la novena di ringraziamento dai fedeli, che in processione la riportano in sede alla prima domenica di settembre.

 

PACENTRO (AQ): prima domenica del mese, "Corsa degli Zingari"

Tutti gli anni, i giovani del paese si ritrovano a correre una competizione a piedi nudi in onore della Madonna di Loreto.
Da una roccia posta di fronte all’abitato, ad un segnale convenuto, partono i contendenti, che arriveranno sfiniti e doloranti sotto la statua della loro patrona. Il vincitore ed i concorrenti verranno portati a spalla dai compagni in processione assieme alla Madonna.

 

MONTEODORISIO (CH): prima domenica del mese, "Madonna delle Grazie"

Numerosi devoti abruzzesi e molisani compiono il pellegrinaggio annuale in onore della Madonna miracolosa, soprattutto gli abitanti di Larino.
L’agente miracoloso della Vergine è l’acqua sorgiva, che i fedeli attingono dal pozzo del santuario per berla e per riempirne bottiglie da riportare a casa.

 

SERRAMONACESCA (PE): prima domenica del mese, "Li Miejie"

In onore di "Sant’Antoniucce" (una piccola statua di Sant’Antonio di Padova) gli abitanti del paese portano in processione i loro omaggi ("miejie") costituiti da un paniere di forma conica colmo di cibarie esibite in un intreccio vegetale di rami, frasche e fiori, sospeso ad una lunga pertica.
Nella stessa occasione, ogni famiglia offre anche parti di grano, che serviranno per confezionare i pani sacri alla festa di Sant’Antonio il 13 giugno.
Gli omaggi verranno venduti all’asta ed il ricavato utilizzato per le spese della festa.

 

CIVITARETENGA (AQ): notte della prima domenica del mese, "Lo Squadro"

La notte precedente la festa della Madonna dell’Arco, i giovani del paese si recano vicino alla chiesa della Madonna delle Grazie per tracciare un solco, con un attrezzo tirato a braccia, verso il paese di Caporciano, fidandosi dei richiami degli amici di quel paese.
Alle porte di Caporciano scrivono sul terreno alcune lettere di riconoscimento e tornano indietro, tracciando un solco parallelo al precedente, dirigendosi verso la Madonna dell’Arco e concludendo il solco "lo Squadro" con le lettere W M SS (Viva Maria Santissima).
Il resto della notte la passeranno insieme ai giovani del paese vicino di Caporciano, mangiando e bevendo.
Il giorno dopo un gran concorso di popolo parteciperà alla processione della Madonna dell’Arco.

 

LANCIANO (CH): mattina del giorno 8, "Il dono alla Madonna del Ponte"

Tipica festa contadina di ringraziamento. Dalle contrade del paese si organizzano vari cortei costituiti da donne portatrici di conche colme di grano e di carri carichi di altre offerte, come legna, olio, vino, etc.
Verso mezzogiorno, i gruppi riuniti sfilano lungo il corso principale fino alla basilica dove offriranno i loro donativi per la Madonna.

 

ABBATEGGIO (PE): sera della vigilia e mattina del giorno 8, "Madonna dell’Elcina"

La sera della vigilia, la statua della Madonna viene prelevata dal santuario dell’Elcina per essere trasferita nella parrocchiale del paese.
Durante il percorso si svolge un’asta: "la stanga" tra i devoti che offrono il prezzo più alto per assolvere al "voto" del trasporto della statua ed il ricavato verrà utilizzato per finanziare i festeggiamenti.
Il giorno successivo, a mezzogiorno, la Madonna viene riaccompagnata al santuario da una solenne processione guidata da un corteo di donne che recano, quale offerta, conche colme di grano ornate di spighe.

 

VILLABADESSA di ROSCIANO (PE): sera del giorno 8, "Natività di Maria SS.ma"

Questo centro della Valpescara è sede di una comunità epirota-albanese che qui emigrò nel 1743.
Da allora, seguono tuttora il rito liturgico greco-ortodosso e festeggiano anche la Pasqua della Resurrezione secondo il calcolo lunare bizantino che si posticipa rispetto alla liturgia latina.
Il giorno della natività di Maria (8 settembre), per le strade del minuscolo paese, si svolge la processione con la preziosa icona bizantina riproducente la Madonna col bambino conosciuta con il nome greco di Theotòkos Odigitrìa (madre di Dio che ci guida, del buon cammino).

 

PESCASSEROLI (AQ): sera del giorno 8, "Madonna dell’Incoronata"

Suggestiva processione serale organizzata dalla confraternita dell’Incoronata con la statua della Madonna sontuosamente abbigliata.
Numerosi devoti si ungono con l’olio della lampada votiva che arde accanto alla statua, considerato terapeutico e miracoloso.

 

ROSELLO (CH): pomeriggio del giorno 8, "Madonna di casa in casa"

Dopo la messa di mezzogiorno, l’antico quadro della Madonna delle grazie viene portato in processione verso il paese poco distante.
Per le vie del borgo, il quadro sosta per le case ricevendo offerte per essere portato a turno dai fedeli che così sciolgono un impegno votivo.
Attualmente il denaro viene offerto in busta chiusa, ma fino a qualche anno fa il trasporto della Madonna veniva aggiudicato da un banditore al migliore offerente.

 

CASTIGLIONE MESSER MARINO (CH): giorni 11 e 12, "Madonna del monte"

La mattina del giorno 11 gli abitanti del paese si incamminano, preceduti dalla "croce" processionale", per raggiungere il piccolo santuario della Madonna del monte, posto sulla cima dell’altipiano che sovrasta il paese.
In vista del santuario i pellegrini vengono raggiunti dalla statua della Madonna, portata da altri fedeli che hanno preceduto il gruppo.
Nella chiesetta montana è conservata una copia mentre la statua originale viene portata, esclusivamente dalle donne del paese, ogni cinque anni.
Prima di entrare nel santuario, la processione gira per tre volte lungo il perimetro esterno e, dopo la messa, ogni famiglia si accampa nei prati intorno per cucinare alla "pecorarègna" la carne di pecora al caldaio oppure agnello alla brace, per cantare e per ballare al suono degli organetti.
Il giorno successivo, a mezzogiorno, la statua della Madonna esce in processione per le strade del paese, preceduta da donne in costume che le recano in "dono" conche colme di grano e prodotti vari.

 

FURCI (CH): mattina del giorno 13, pellegrinaggio al "Beato Angelo"

I pellegrini provengono soprattutto dai paesi limitrofi, anche molisani; entrano nel santuario e sostano in preghiera davanti al sarcofago che contiene il "corpo santo" del Beato miracoloso.
Dopo la processione per le vie del paese, i devoti ritornano alle loro abitazioni riportando quale reliquia del loro protettore pezzetti della bambagia benedetta posta sotto la sua urna di vetro.

 

CAMPO DI GIOVE (AQ), TOCCO DA CASAURIA (PE): giornata del 20, "Sant’Eustachio"

Solenne processione con la statua di Sant’Eustachio, protettore dei "guerrieri" e dei cacciatori, per le vie del paese con gli stendardi delle confraternite.
A Tocco Casauria partecipano al festeggiamento anche le statue di Sant’Emidio e della Madonna delle Grazie. Prima di rientrare in chiesa, il parroco benedice i quattro punti cardinali.

 

SCANNO (AQ): domenica più vicina al giorno 20, "Sant’Eustachio"

In questa località, da qualche anno, la festa è slittata alla domenica, ma il rituale è rimasto simile.
La mattina, dopo la messa di mezzogiorno, la splendida statua lignea del santo patrono lascia la sua chiesa per essere portata in processione presso la chiesa madre.
Alla fine della giornata, dopo la messa serale, una solenne processione la riporta nella sua sede originaria.

 

FORCELLA di TERAMO: sera del giorno 23 e mattina del 24, "Ballo dell’Insegna"

Dopo la messa serale, un gruppo di giovani con lo stendardo della "Madonna della Misericordia" esce dalla chiesa, diretto alla piazza principale.
Il gruppo è composto dall’Alfiere, che procede avvolgendosi al corpo la bandiera dell’Insegna, di colore bianco e giallo, accompagnato da due armigeri e da una coppia di "tamburini".
Sulla piazza, l’alfiere si toglie l’insegna dalle spalle, ne bacia un lembo e poi, sostenuto dal ritmo incalzante dei tamburi, si esibisce in una "saltarella", continuando a sostenere lo stendardo, finchè non sopraggiunge un altro aspirante, che a sua volta inizierà a danzare mostrando la sua abilità, e così via; se un lembo della bandiera tocca il suolo, il ballerino di turno viene escluso per cedere il posto a quello successivo.
Dopo circa un’ora, l’alfiere ritira l’insegna, la bacia e ricoprendosene le spalle, con il gruppo, si ritira.
Il giorno successivo, il rituale verrà ripetuto dopo la processione di mezzogiorno.

 

ALTINO, LENTELLA, ROCCASCALEGNA (CH): giornata del 27, "I Santi Medici"

In onore dei santi fratelli taumaturghi "Cosma e Damiano", i devoti accorrono in processione portando donativi vari: conche e carri agricoli carichi di grano e cibarie; oppure, come "i taralli", dolci appesi alla "conocchia" di Roccascalegna, che vengono venduti all’asta tra i paesani per finanziare le spese della festa.



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